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06 Mar, 2016 1 commento

Lotta alla Cameraria

La Cameraria ohridella, comunemente nota come Cameraria, è un insetto che si è diffuso nell’ultimo decennio in Piemonte a spese degli ippocastani.
Si tratta di un lepidottero le cui larve scavano delle gallerie (dette mine) all’interno delle foglie degli ippocastani.
Le infestazioni cominciano ad inizio primavera: le foglie colpite evidenziano macchie più chiare nelle zone dove sono presenti le larve, visibili sulla pagina superiore. Con il passare del tempo, e con lo sviluppo delle mine, la foglia s’imbrunisce a chiazze; spesso poi cade in anticipo rispetto al ciclo naturale della pianta, già in piena estate.

La Cameraria comincia l’infestazione dalla parte bassa dalla chioma. Le larve completano il loro ciclo di accrescimento per poi diventare farfalle, uscire dalla foglia ed accoppiarsi. Le femmine depongono le uova sulle foglie, tendenzialmente in una fascia della chioma superiore a quella colpita ad inizio primavera. La Cameraria riesce a sviluppare 4 generazioni tra primavera ed estate, causando imbrunimenti e caduta delle foglie anche sull’intera chioma.

Le ultime larve dell’anno mangiano fino a chiudersi in una crisalide; superano l’inverno dentro alle foglie cadute a terra per poi uscire come farfalle in primavera, riprodursi e dare luogo ad un’ulteriore infestazione.

QUALI DANNI PROVOCA?

Gli ippocastani colpiti hanno una minore superficie fogliare disponibile per la fotosintesi, quindi una minore capacità di produrre energia per il proprio sostentamento e accrescimento. Gli effetti sono più gravi per gli ippocastani giovani. Se un albero viene colpito intensamente per più anni di seguito, s’indebolisce e diventa maggiormente vulnerabile all’attacco di altri parassiti.

COSA SI PUO' FARE?

Un accorgimento alla portata di tutti per limitare le infestazioni primaverili consiste nell’eliminare le foglie secche di ippocastano cadute a terra.
L’intervento diretto con insetticidi è possibile con due modalità:

Su piante giovani con l’irrorazione.

Su piante adulte (almeno 20 centimetri di diametro al fusto) si può procedere con l’endoterapia.

L’endoterapia è un trattamento con cui si somministra il principio attivo alla pianta direttamente nel fusto. Si pratica una sorta di “flebo” all’ippocastano colpito- Rispetto alle irrorazioni tradizionali ci sono diversi vantaggi:

non c’è dispersione nell’ambiente di agenti chimici: il principio attivo entra completamente in circolo, senza dispersioni nell’aria o nel suolo, e quindi se ne può usare una quantità minima;

è un principio attivo selettivo, per cui solo le larve di Cameraria saranno colpite;

la pianta assorbe il prodotto, secondo le proprie capacità fisiologiche.

Per avere piena efficacia si procede con l’endoterapia per due anni consecutivi, ma se l’infestazione non è massiccia può essere sufficiente un solo intervento, Il periodo migliore è a distensione fogliare avvenuta, a termine fioritura (a seconda dell’andamento climatico, da metà aprile a metà giugno).

L’infestazione sarà ridotta il primo anno, limitata drasticamente il secondo anno.

La somministrazione dell’insetticida viene sospesa poi per un anno, per poi, eventualmente, riprenderla successivamente.

N.B. altre specie di ippocastano, come Aesculus x carnea (fiori di colore rosato o rosso) o Aesculus indica sono immuni agli attacchi della Cameraria. Non necessitano di trattamenti; se hanno problemi di imbrunimenti e caduta precoce delle foglie, le cause sono altre!

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16 Ott, 2015 3 commenti

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